Sab 16/01
15.30 – 18.30: “La via spirituale del laico”
Ai tempi del Buddha si considerava che solo i monaci potessero aspirare a percorrere la via spirituale; i laici, per tradizione, offrivano cibo e sostegno materiale ai monaci ricevendone in cambio insegnamenti e pratiche. Nei sutra, la “via del laico” parte dalla concretezza della vita quotidiana dandole una solida base etica. (Con che precisione alcuni sutra ci parlano delle trappole della vita laica e le scelte da favorire o da evitare, perfino nella gestione minuta degli affari di famiglia!) Da quella base etica, poi, anche il laico può fare grandi passi sul Sentiero della liberazione. Il cosiddetto Discorso sulla felicità (o sulle grandi benedizioni) riesce a sintetizzare l’intero percorso, attraversando i campi delle migliori qualità umane – crescita, cura, benevolenza, generosità, conoscenza ‒ fino alla grande realizzazione: la liberazione dalla sofferenza.
Questi i sutra che avremo modo di approfondire in questo incontro:
– Discorso a Dhammika (Dhammikasutta, SNp 2.14)
– Discorso sulle condizioni di benessere per i laici (Vyagghapajjasutta, AN 8.54)
– Discorso sulla felicità (Mahamangalasutta, SNp 2.4)
e reciproco Discorso sulla disgrazia (Parabhavasutta SNp 1.6)
Sab 06/02
15.30 – 18.30: “Cura di sé, cura dell’altro“
La sofferenza è inevitabile, nella vita? Che cosa significa veramente prendermi cura di me? In che modo posso realizzare un vero cambiamento, un vero processo di guarigione?
E dedicare tempo ed energie a questi scopi è una scelta egocentrica? “Prendermi cura di me” è in contrapposizione a “prendermi cura degli altri”?
A queste domande rispondono i tre sutra di questo incontro.
– Discorso della freccia (Sallasutta, SNp 36.6)
– Discorso dei due generi di pensiero (Dvedavitakkhasutta, MN 19)
– Discorso dell’acrobata (Sedakasutta SN 47.19)
Sab 13/03
15.30 – 18.30: “L’abbandono del pregiudizio”
Forse è il più antico, rivoluzionario manifesto per l’equità sociale: in una società rigidamente suddivisa in caste come quella dell’India di 2500 anni fa, il Discorso del fuoricasta “rovescia il tavolo” e sposta la visione con la forza tonante dell’evidenza.
Nel Discorso di Angulimala troviamo il Buddha alle prese con un pluriassassino. Forse ci eravamo fatti un’idea più mite – o più melensa? ‒ della vita del Buddha e della sua via spirituale…
Questi dunque i sutra che avremo modo di approfondire in questo incontro:
– Discorso del fuoricasta (Vasalasutta, SNp 1.7)
– Discorso di Angulimala (Angulimalasutta, MN 86)
Sab 10/04
15.30 – 18.30: “Mettere radici nel Dharma”
A leggerli come parole, rimangono soltanto parole.
A metterli in atto con costanza, gli insegnamenti mettono radici e poco a poco trasformano i semi in piante, in fiori, in frutti. In sanscrito pratica spirituale si chiami bhavana: coltivazione.
Oggi abbiamo evidenze scientifiche di “come succede” che qualunque pratica costante dia frutti concreti, tracciando nuovi percorsi neuronali nella nostra attività cerebrale fino a dismettere i precedenti, riconfigurando così la fisiologia del nostro cervello. È questa la base della trasformazione ‒ a condizione di coltivare per davvero quella pratica, giorno dopo giorno, con semplicità e costanza, mani nella terra.
L’immagine della chioccia che cova resta difficile da dimenticare.
Questi i sutra che avremo modo di approfondire in questo incontro:
– Discorso sulla coltivazione (Bhavanasutta, AN 7.67)
– Discorso sulla persona che è fondata nel Dhamma (Dhammapada 19 [256-272])
– Discorso sulla persona che dimora nel Dhamma (Dhammaviharisutta, AN 5.73)
Sab 15/05
15.30 – 18.30 “Al nocciolo di tutto: in che senso ‘vacuità?'”
La vacuità sta al centro dell’insegnamento del Buddha. Quanti equivoci su questo termine: quanti distinguo, quanta paura, quante “pinze” concettuali per prenderlo senza scottarsi troppo, specie per noi occidentali che l’abbiamo frainteso a lungo. A questo bisogno di chiarezza, Thich Nhat Hanh ha dato nuove risposte, in particolare con la sua ultima opera: la nuova traduzione del Sutra del Cuore della Prajñaparamita dalle fonti sanscrite e cinesi (v. https://www.interessere.it/fonte/fonti-e-commenti/la-comprensione-profonda-ci-conduce-allaltra-riva-prajnaparamitasutra-nuova-versione-dal-cinese-thich-nhat-hanh/ ) e con gli insegnamenti che l’hanno accompagnata (L’altra riva del fiume, Terra Nuova Edizioni). Con quegli strumenti chiarificatori possiamo avvicinarci oggi ad altri sutra sulla vacuità e fare amicizia con questo insegnamento, che si rivela profondo ma anche così semplice.
Questi dunque i sutra che avremo modo di approfondire in questo incontro:
– Discorso del tamburo (Anisutta. SN 20.7)
– Due assaggi di Prajñaparamita: estratti da
Discorso sul tesoro delle virtù preziose (Ratnaguna Samcaya Gatha, TT 329) e
Discorso di Channa (Channa Sutra SA 262, TT99)
Sab 12/06
15.30 – 18.30: “Che cosa non ha insegnato il Buddha”
L’asceta Malunkyaputta sollecita il Buddha sulle grandi domande esistenziali: “Il mondo è eterno o non eterno?” “C’è esistenza dopo la morte o no?” “Corpo e vita sono la stessa cosa o due cose diverse?” Ascoltiamo insieme a lui che cosa gli risponde il Buddha.
Questo sutra ci aiuta a vedere meglio il sentiero sul quale stiamo camminando e a sgombrarlo dai rovi delle aspettative, delle proiezioni, delle grandi teorie sui massimi sistemi. A questo mirano anche alcune riflessioni conclusive.
Dopo la sessione di domande e risposte, avremo modo di condividere le nostre esperienze e intuizioni su quest’ultimo incontro e su tutto il corso:
– Discorso breve di Malunkyaputta (Culamalunkyasutta, MN 63)
– Riflessioni conclusive
– Domande & Risposte
– Condivisione finale