Spunti di riflessione

[La pratica] non mi chiede di essere esemplare, non mi chiede di essere eroica,
non mi chiede di tendere a niente di ideale, non cancella, non acuisce, sta. Con me.
Imparare a stare. Imparare a essere vasti e navigare ogni mare e scoprire tra onda e onda un porto.
Provvisorio, rischioso, eppure proprio per questo affidabile, perché reale.
(Chandra Livia Candiani: Il silenzio è cosa viva, Einaudi 2018)

INDICAZIONI PER LA POSTURA

Vorremmo provare a dare qualche breve risposta ad alcune delle domande che sono state poste durante le prime Condivisioni online:

  • Si può meditare sdraiati in presenza di dolori fisici?

Certamente. Non avrebbe senso sforzarsi di restare seduti in presenza di un dolore che assorbe la maggior parte della nostra energia. Basta tenere conto che una controindicazione della posizione sdraiata è che la mente la collega al sonno ed è a volte difficile restare consapevoli o addirittura svegli. In questo caso, può magari essere utile tenere gli occhi aperti e la luce non troppo bassa.

  • A volte durante la meditazione tendo ad addormentarmi?

Nella seguito doi questo percorso parleremo un po’ dell’aspetto “energetico” della meditazione (e daremo anche alcuni suggerimenti per facilitare il flusso del respiro, ad esempio quando sentiamo che è un po’ bloccato).
Per il momento vorremmo suggerirvi di non sedervi in meditazione quando avete sonno, siete stanchi (ad esempio dopo una notte insonne) o magari siete in balia di emozioni forti. Se siamo stanchi, il modo migliore di prenderci cura di noi stessi è… riposare o andare a dormire! Pur essendo il rilassamento un suo aspetto fondamentale, per sedere in meditazione occorre energia. Sederci e intorpidirci o addirittura dormire non serve a molto, anzi rischiamo di dare alla mente il messaggio contrario a quello che vorremo dare, che è appunto di essere ben svegli!
Se invece siamo in balia delle emozioni, il consiglio che vi diamo è eventualmente di praticare la meditazione camminata, in casa o (meglio) all’aria aperta. O anche di fare una camminata veloce, o comunque un’attività che possa smuovere l’energia.

  • Quanto dovrebbe durare una seduta di meditazione?

Dipende. Non esiste una durata standard. Se pratichiamo insieme ad altri, in genere la durata viene stabilita insieme in anticipo, e questo varia di molto anche da tradizione a tradizione. Qui al Centro c’è la consuetudine di sedere in meditazione per 25 minuti. Ma questo non toglie che a volte, specie la sera, concludiamo con una seconda sessione di meditazione seduta “aperta”, nel senso che ognuno può restare seduto quanto a lungo sente opportuno per sé.
Se pratichiamo da soli, in particolare se siamo all’inizio (ma non solo), abbiamo la possibilità di sperimentare durate diverse, ad esempio progressive. Possiamo cominciare anche con soli 5 minuti e aumentare mano a mano che sentiamo di poter essere presenti con agio più a lungo. La cosa importante a nostro avviso è, una volta stabilita una durata, mettere un timer (anche per non stare sempre a guardare l’orologio!) e aspettare che suoni. Infatti, ha grande valore anche stare seduti e accogliere con gentilezza eventuali piccoli disagi che possono sorgere. La meditazione non è sempre una strada in discesa e questa è una buona cosa, ma anche di questo avremo modo di parlarvi presto…

  • Vorrei avere maggiori indicazioni su come gestire al meglio la postura quando si utilizza una sedia.

Vi consigliamo di leggere (o rileggere) le indicazioni sulla postura che sono presenti in questi due testi:

1) Suggerimenti per la postura di meditazione (clicca sul testo per aprire e, se vuoi, scaricare il testo)

2) La postura di meditazione – tratto da Will Johnson, “La postura di meditazione”, Ubaldini Editore 1997

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UNA POSTURA DEL CUORE

La postura della meditazione è una postura fisica: stiamo seduti a terra con un forte senso di radicamento, le ginocchia toccano il pavimento, le natiche sono appoggiate, la schiena è eretta, ma flessuosa, non rigida, il petto è aperto al mondo, all’infinito, le mani sono appoggiate con semplicità una sull’altra oppure sulle ginocchia, gli occhi sono chiusi o lo sguardo è abbassato e fuori fuoco, una vista periferica. Ma la postura è soprattutto una postura del cuore, senza la postura del cuore non c’è nemmeno quella del corpo o è forzata e rigida. La postura del cuore è: io sono qui, aperta a qualsiasi cosa sorga e mi visiti, sono radicata a terra, sento il suo sostegno, e insieme mi alzo verso il cielo, nello spazio, li cucio. Il respiro è il mio alleato, mi fa stare qui in questo momento che fugge, nel presente che non è un tempo, sono seduta come un gatto, pronto a lanciarsi nel mondo se necessario. Sono seduta per conoscere, non per fuggire in un mondo solo interno, in un oltre. Sono seduta perché tutto brucia di illusione e di incantamento e ora so che non voglio più essere incantata, che voglio svegliarmi. Sono seduta e seguo umilmente e con pazienza il respiro perché so che pensare non dà soluzioni, solo aggiunge nuove narrazioni all’auto-narrazione e la narrazione non è la vita. La voce dell’auto-narrazione non è nostra, è convenzionale, antenata, è strategia di sopravvivenza. La postura è esporsi all’essere“.

(Tratto dal libro “Il silenzio è cosa viva” di Chandra Livia Candiani)

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IL SASSOLINO

“Alcuni vivono la meditazione come una grossa fatica e non vedono l’ora che il tempo passi per potersi finalmente riposare. Queste persone non sanno ancora sedersi. Sedendo correttamente, si può trovare il rilassamento e la pace perfetta proprio nella posizione seduta. Spesso è d’aiuto meditare sull’immagine di un sassolino gettato nell’acqua.
Come ci aiuta l’immagine del sassolino? Sedetevi nella posizione che vi riesce più comoda, il loto o il mezzo loto, con la schiena dritta e il mezzo sorriso sul volto. Respirate lentamente e profondamente, seguendo ogni respiro, diventando tutt’uno col respiro. Poi lasciate andare tutto. Immaginate di essere un sassolino gettato nel fiume. Il sassolino affonda nell’acqua senza sforzo. Distaccato da tutto, copre la distanza più breve e infine raggiunge il fondo, il punto di massima quiete. Siete come un sassolino che si è lasciato cadere nel fiume, dimentico di tutto. Al centro del vostro essere c’è il respiro. Non c’è bisogno di sapere quanto ci vorrà per raggiungere la quiete assoluta sul fondo di sabbia sottile sott’acqua. Quando vi sentirete come un sassolino che riposa sul letto del fiume, comincerete a trovare la quiete dentro di voi”.

(Tratto dal libro “Il miracolo della presenza mentale” di Thich Nhat Hanh)

 

 

 

 

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